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mercoledì 13 ottobre 2010

CHIARIAMO UN PUNTO..

Sento l'esigenza impellente di chiarire un punto, che sembra che in molti hanno scordato.
La provenienza politica di Fini.
Politicamente nasce nell'MSI-DN, nel quale, ha fatto la gavetta, con il suo modo di esporre le tematiche, ha fortemente ammaliato GIORGIO ALMIRANTE, il quale, pian piano, gli affidava compiti sempre più, importanti e delicati, a questo astro nascente della politica, a discapito di altri suoi commilitoni, più anziani e più navigati nella politica del tempo, siamo a cavallo della fine degli anni 70' e metà degli anni 80'.
E' passato sopra tutti e tutto, pur di avere visibilità, dovreste sentire parlare due personaggi scomparsi dalla scena politica Italiana; uno si chiama:
ANTONIO LA RUSSA, padre di Ignazio; l'altro si chiamava ROMANO MUSSOLINI, grande jazzista, dagli anni 40, sino a poco prima che morisse (Forlì26 settembre 1927 – Roma3 febbraio 2006) e suonava uno strumento magnifico lo xilofono, quarto figlio di Benito Mussolini,padre di Alessandra Mussolini.
Essi all'epoca dicevano, che non gli piaceva affatto, questo modo di esprimersi, di questo giovine,perchè non intravedevano in lui , la stoffa adatta, per diventare un leader leale, perchè spesso e volentieri durante i raduni si contraddiceva, su eventi del passato, che lui non aveva vissuto.
Ovviamente, tutti noi, infervorati dalla sua dialettica, non davamo il giusto peso a queste affermazioni.
Ma come usualmente accade , gli anziani esperenti hanno sempre ragione e soprattutto quelli che hanno l'occhio lungo.
Riporto fedelmente, la biografia di Antonio La Russa, pubblicata su wikipedia, per far capire cosa significa coerenza, nella vita.


Si è laureato in giurisprudenza, a pieni voti e con la lode, all'Università degli Studi di Catania, dove è stato anche assistente di procedura penale con il professore Guglielmo Sabatini.



Ha sempre esercitato la professione di avvocato. Nel 1937 sposa Maria Concetta Oliveri. Negli anni 60 si trasferisce con la famiglia a Milano dove assume importanti incarichi in società controllate dal finanziere paternese Michelangelo Virgillito. Dapprima, nel 1956l'incarico di consigliere, poi quello di Vicepresidente della Liquigas S.p.A.; poi nel 1960, l'anno in cui viene nominato Vicepresidente e amministratore delegato della Lanerossi S.p.A.. Dopo la morte di Virgillito, nel 1977, si avvicina a Raffaele Ursini prima e aSalvatore Ligresti poi, così prende parte a un gran numero di incarichi nelle importanti società dei due industriali: nel 1976 è Vicepresidente della Sai S.p.A., carica che mantiene fino al 1989; nel 1979 è Vicepresidente della ATA Hotels S.p.A., nel 1985 è Vicepresidente della finanziaria Richard Ginori S.p.A., nel 1999 è presidente della Sai Agricola S.p.A..
Ha anche ricoperto cariche in associazioni di categoria: dal 1964 al 1969 è stato presidente del Gruppo Gas Liquidi dell'Associazione nazionale dell'industria chimica, dal 1973 al 1993 è Vicepresidente della Federceramica.
La sua attività politica contrassegnata, fino alla fine, dalla coerenza comincia nel 1942, a 29 anni, quando viene nominato segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò. Successivamente parte volontario in guerra e viene catturato dagli Inglesi ad El Alamein, in Egitto, dove resterà, come prigioniero non cooperatore, fino al luglio 1946. Rientrato in Italia, fonda a Paternò la prima sezione del MSI, in Sicilia, per poi diventare, nel 1958, commissario provinciale a Catania, dello stesso partito.
La sua lunga attività parlamentare comincia nel 1958; negli ultimi mesi della legislatura entra alla Camera dei deputati, dopo aver ricoperto, a Paternò, la carica di consigliere comunale. Nel 1972 viene eletto senatore della Repubblica per il Movimento Sociale Italiano, in uno dei due collegi senatoriali di Catania e poi rieletto nel 1976, nel 1979, nel 1983 e nel 1987. In quest'ultima legislatura viene eletto in entrambi i collegi senatoriali di Catania. Al Senato è stato membro della Commissione industria; nel 1979 i senatori del MSI l'hanno eletto Vicepresidente del Gruppo parlamentare del Senato.
Ed ecco spiegato l'arcano mistero, perchè Fini-to, non è degno di stare, più seduto sui banchi del Governo, troppe volte, a tradito la fiducia degli Italiani, che in molte occasioni hanno soprasseduto, ma bisogno dire basta, prima che faccia sfracelli, non più risanabili..
Che abbia la coerenza di dimettersi da Presidente della Camera, e faccia il politico, nelle fila del suo movimento, per capire, se il seguito che lui si auspica, lo sostenga realmente..

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